Teatro Romano
servizi di progettazione preliminare e definitiva, indagini e ricerche archeologiche e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione relativi all’intervento di valorizzazione dell’area archeologica e di recupero funzionale del teatro romano della città di teramo mediante demolizione di palazzo adamoli e palazzo salvoni
Località:Teramo
Anno: 2013
Committente: comune di teramo
Gruppo di lavoro: progetto: architetti gabriella colucci, elisabetta avallone, serena sorgi, architettura & restauro – società di ingegneria s.r.l. con ing. carlotta sama ingegneria: prof. antonino gallo curcio (strutture) merlino progetti s.r.l. (impianti) progetto archeologico: prof.ssa alessandra ten restauro e conservazione dei materiali: dott.ssa francesca matera coordinamento della sicurezza: ing. lamberto danesi consulente per il restauro: prof. ing. claudio galli consulente per la rappresentazione grafica e disegno dell’architettura: prof. arch. gabriele pierluisi
Stato: concluso
La risoluzione del tema dell’Area Archeologica urbana si presenta come l’occasione per una re-interpretazione del rapporto tra storia e città, che nel caso di Teramo, consente di immaginare un sistema “parco” esteso al territorio urbano attraverso tre obiettivi: creare connessioni, riorganizzare lo spazio, intervenire attivando nuovi e diversi significati. Il teatro romano viene restituito alla sua funzione attraverso la realizzazione di una nuova gradinata che allude all’originaria ima cavea, da cui tuttavia si differenzia per conformazione e pendenze in quanto lo stato d’avanzamento degli studi archeologici non garantisce la riproposizione dello stato originale delle gradonate. L’attuale muro che sarà completato per ricostruire la cavea non corrisponde al muro di sostegno dell’ima cavea, ma al muro di sostegno della media cavea. Il completamento del muro perimetrale che sostiene e definisce la nuova ima cavea è realizzato sul sedime di quello antico cui farà riferimento per consistenza materica e da cui si differenzierà per immagine finale e dimensione dei materiali utilizzati. Il paramento esterno sarà realizzato in pietrame. Analogamente a quello esistente in opus vittatum, sarà eseguito con bozze aventi dimensione dei lati digradanti verso l’alto e listato con filari di laterizi posti in corrispondenza dell’imposta delle volte a botte rampanti che sostenevano la media cavea. Il muro si presenterà con una tessitura complessa caratterizzata da fasce che riprendono linee del manufatto architettonico antico. Il muro assume un senso strutturale di contenimento cosi come era in origine, ma si distingue da quello antico per il segno “architettonico” che individua il limite della nuova cavea: completa l’anello di sostegno dell’emiciclo interno senza alterare l’equilibrio materico, cromatico e visivo dell’insieme, seguendo il fondamentale principio di distinguibilità componendo felicemente con l’esistente.